martedì 22 dicembre 2009

13

fusi di tacchino al marsala


per 4 persone

2 fusi di tacchino spellati e lavati
mezzo bicchiere di ottimo marsala secco
aglio e cipolla tritati
2 o 3 bacche di ginepro
1 foglia alloro
1 foglia di salvia
1 rametto di rosmarino
2 o 3 chiodi di garofano
pepe
sale
olio extravergine d'oliva.

nella pentola a pressione con un giro d'olio rosolare accuratamente i fusi di tacchino da tutte le parti.
quando la carne sarà ben dorata aggiungere tutti gli odori e far rosolare ancora per qualche minuto.
sfumare col marsala, salare, pepare e aggiungere mezzo bicchiere di acqua bollente. dopo aver accuratamente mescolato il tutto, chiudere la pentola, mandarla in pressione.
dal momento del fischio trasferirla sul fornello più piccolo con la fiamma al minimo, e lasciar cuocere per quaranta minuti.
passato questo tempo, sfiatare la pentola, aprirla ed estrarre la carne.
disporla su un piatto da portata caldo, dividendo ogni fuso in due porzioni, e tenerla in caldo..
passare al setaccio il fondo di cottura della carne, farlo eventualmente ridurre qualche minuto sul fuoco a fiamma vivace, e irrorare con questo intingolo la carne tenuta in caldo.
servire immediatamente.

questo piatto semplice e leggero è anche molto saporito e digeribile.
ottimo servito con un'insalata mista fresca o degli spinaci all'agro.

venerdì 18 dicembre 2009

17

finalmente... pane di grano duro!


ariecchime!
finalmente... si perchè il grano duro m'ha sempre odiato: ho fatto dei pani talmente gnucchi... dal forno all'umido senza passare dal via!
almeno fino ad oggi, che l'ennesimo tentativo mi ha premiata.

ingredienti
1000 gr farina di grano duro
500 gr farina 0
300 gr lievito naturale (o pasta madre, o criscito, chiamatelo come vi pare...)
900 gr acqua tiepida
50 gr sale iodato
2 gr lievito di birra ( e si, fa freddino...)


impastare le farine miscelate con l'acqua tiepida in cui si sarà sciolto il lievito di birra. aggiungere la pasta madre, rinfrescata la sera precedente, e incorporarla alla massa.
aggiungere per ultimo il sale e lavorare a lungo l'impasto, almeno una decina di minuti. coprire e lasciar lievitare fino al raddoppio.
riprendere l'impasto e dividerlo in 4 parti.
fare ad ogni parte le pieghe, poi dare la forma desiderata ( io ho scelto di fare la classica pagnotta rotonda), posandolo su una teglia coperta di carta forno.
mettere nuovamente a lievitare coperto con pellicola fino al raddoppio del volume.
io ho cotto questo pane nel forno a gas: l'ho acceso circa quindici minuti prima di infornare il pane, portandolo alla temperatura di 230°.
una volta infornato, ho cotto il pane per 35 minuti: se l'avessi lasciato dentro per altri 5 avrei avuto una crosta ancora più croccante senza rischiare comunque di bruciarlo.
regolatevi sempre secondo il vostro forno e i vostri gusti.

una volta sfornato l'ho fatto raffreddare conpletamente su una gratella prima di tagliarlo.



p.s. il mio corso d'inglese è terminato, l'ho superato brillantemente e ne sono rimasta veramente soddisfatta, sia per il risultato ottenuto, che per le persone che ho avuto modo di conoscere frequentandolo ;)
la bella notizia è che in primavera dovrebbe riprendere col livello superiore.

lunedì 7 dicembre 2009

11

ancora guai dal cibo in scatola

riporto dalla repubblica di oggi, perchè penso che sia molto importante e ci riguardi tutti.

http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2009/12/02/bisfenolo-a-negli-alimenti-vecchie-paure-e-nuovi-pericoli/?ref=rephpsp1

SICUREZZA ALIMENTARE

Bisfenolo A negli alimenti: vecchie paure e nuovi pericoli

La sostanza chimica, presente nella plastica dei biberon, potrebbe avere ripercussioni sullo sviluppo cerebrale dei bambini. Ma non sono solo i più piccoli a essere esposti. Il Salvagente ci spiega perché
Si parla di bisfenolo A e si pensa ai biberon e all’esposizione dei bambini a questa sostanza chimica pericolosa, dimostrata essere un interferente endocrino. Vero, ma non sono solo i più piccoli a essere esposti in larga misura a questo pericolo. Il bisfenolo, utilizzato per produrre i contenitori in policarbonato per alimenti e le resine con cui sono rivestite le lattine, è praticamente “ovunque” nella nostra cucina e in grado di contaminare cibi e bevande che consumiamo quotidianamente. Il settimanale il Salvagente ha condotto un'inchiesta, che qui anticipiamo, per fare luce su questo nuovo allarme alimentare.

Vecchie paure
I primi segnali sui rischi del Bpa appaiono nel 2008. Prima il National Institute of Health (Nih) aveva dimostrato i preoccupanti effetti nocivi della sostanza, anche a dosi contenute, sullo sviluppo delle ghiandole prostatiche e mammarie dei roditori. Poi uno studio indipendente, condotto da un insieme di organizzazioni sanitarie e ambientali statunitensi e canadesi, aveva verificato il rilascio di Bpa nel latte (fino a 8 parti per miliardo) da parte dei biberon, specie se riscaldati. È da allora che questa sostanza ha destato l’attenzione delle Agenzie per la sicurezza alimentari americane ed europee. Con esiti parzialmente differenti. Il Canada ha inizialmente bandito la sostanza dagli oggetti destinati all’infanzia e poi, quest’anno, ne ha vietato l’impiego in tutti i contenitori per alimenti. La Food and Drug Administration (Fda) e l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) si sono attestate, invece, su una linea più blanda: pur accettando la pericolosità della sostanza, entrambe hanno rilevato che i livelli di esposizione al bisfenolo non sono tali da preoccupare e hanno fissato la dose giornaliera tollerabile a 50 microgrammi per kg di peso corporeo.

Nuovi pericoli
Eppure il capitolo bisfenolo è tutt’altro che chiuso. Ad aprire un nuovo fronte anti-Bpa è stata, tra l’altro, una recentissima ricerca condotta da Consumer Reports, il mensile dell’Unione consumatori statunitense. La rivista ha sottoposto a test 19 alimenti in scatola (zuppe, tonno, verdure, mais, salsa di pomodoro) di alcune delle principali marche presenti sul mercato americano: Nestlé, Progresso, Campbell’s, Chef Boyardes e Del Monte. L’analisi, realizzata su tre esemplari di ciascun tipo di prodotto, era tesa a verificare i livelli di migrazione del Bpa dalla scatola al suo contenuto. I risultati sono rilevanti in quanto dimostrano l’estensione della potenziale esposizione al bisfenolo A. Secondo quanto rilevato dalla rivista americana, solo mangiando una porzione di zuppa di verdura in scatola un consumatore potrebbe ingerire circa il doppio di ciò che attualmente l’Fda considera la tipica esposizione giornaliera media. Il più alto livello di bisfenolo è stato trovato nella zuppa vegetale Progresso (da 67 a 134 microgrammi per chilo) e nei fagiolini tagliati freschi in scatola Del Monte i cui livelli di Bpa rinvenuti vanno da 35,9 a 191 microgrammi per chilo. Decisamente troppo per gli esperti scientifici dell’associazione che raccomandano addirittura un’esposizione giornaliera di 0,0024 microgrammi per kg di peso corporeo.

Questo studio, insieme ai recenti studi che hanno collegato il bisfenolo A ad anomalie riproduttive, a un elevato rischio di cancro alla prostata, al seno, al diabete e alle malattie cardiache, non hanno lasciato indifferente l’Fda che dovrebbe ripronunciarsi sull’argomento fissando i nuovi livelli massimi di esposizione al Bpa. E, proprio in questi giorni, un senatore statunitense, Charles Schumer, ha proposto una legge per bandire in tutta la nazione (gli Stati del Minnesota e della California lo hanno già fatto) l’additivo “incriminato” nei contenitori destinati ai bambini sotto i tre anni.

In Europa sono soprattutto i francesi ad alzare la voce e a tenere alta la soglia d’attenzione sul bisfenolo A. Un gruppo di esperti e scienziati che si è dato il nome di Antidote Europe ha lanciato una massiccia campagna di informazione sulla sostanza, una raccolta di firme a livello europeo e scritto una lettera al presidente del Parlamento europeo nella quale si chiede di intervenire per bloccare l’utilizzo del Bpa nella produzione di contenitori per alimenti e in particolare nei biberon. L’associazione ambientalista Réseau environnement santé, invece, ha fatto pressioni, con successo, sull’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti. A ottobre l’Afssa (l'Agenzia francese per la sicurezza degli alimenti) ha riaperto il dossier bisfenolo dando incarico a un gruppo di lavoro di esaminare i nuovi studi scientifici e valutare se ci sono gli elementi per una rivalutazione della posizione dell’Agenzia. Da l’Efsa, invece, non arriva nessun segnale.

Il servizio completo e gli ulteriori approfondimenti sul numero del Salvagente in edicola da giovedì 3 dicembre



per la nostra salute, e per quella dei nostri cari, cerchiamo di non dimenticarcelo quando giriamo tra gli scaffali dei supermecati, dove fanno bella mostra di sè tutte quelle confezioni dai colori ammiccanti e ipnotici, con etichette molto promettenti...
7

le tenerezze di rita: biscottini soffici


rita è una mia carissima amica, nonchè collega al corso d'inglese.
mi ha regalato questi fantastici biscottini, che ha realizzato in occasione del compleanno del suo bimbo.
potevo non rubarle la ricetta di questi dolcini davvero davvero buonissimi? ;)

1 kg farina 00
300 gr burro
10 tuorli+ 2 uova intere
400 gr zucchero
scorza grattugiata di 1 limone
1 bustina lievito per dolci in polvere


con lo sbattitore lavorare a lungo le uova con lo zucchero e la scorza di limone, aggiungere il burro fuso ma freddo e per ultimi incorporare farina e lievito setacciati insieme. quando la consistenza lo consentirà, lavorare l'impasto con le mani.
formare una palla e lasciarlo riposare una mezzora al fresco.
stendere l'impasto abbastanza sottile e ritagliare le formire. mettere in teglia con cartaforno, infornare a 170° per pochi minuti: i biscotti dovranno rimanere molto chiari.
sfornare e una volta freddi spolverare con zucchero a velo.

pasticcini molto delicati, friabilissimi, dalla consistenza quasi spumosa, si sciolgono letteralmente in bocca.


giovedì 3 dicembre 2009

14

faraona con mirto e corbezzoli



2 quarti posteriori di faraona
1 cipolla bianca
1 spicchio d'aglio
1 pomodoro maturo
1 cucchiaino di capperi sott'aceto
1 pomodoro secco
1 foglia di salvia
1 rametto rosmarino
1 ciotolina di bacche di mirto selvatico
1 ciotolina di corbezzoli maturi
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
pepe


in una casseruola dal fondo spesso rosolare perfettamente la faraona, rigirandola spesso, con l'olio.
aggiungere le cipolle tagliate ad anelli, l'aglio sfilettato e far dorare.
di seguito aggiungere il pomodoro fresco a dadini e quello secco, ben lavato e tritato, i capperi e far andare per 5 minuti.
mettere in padella anche una tazzina da caffè di aceto balsamico, la salvia e il rosmarino(che leverete dopo pochi minuti).
portare avanti la cottura per altri 5 minuti, quindi salare, pepare e mettere nella casseruola un bicchiere d'acqua bollente e far cuocere la faraona per mezzora, rigirandola spesso, perchè si dori uniformemente.
lavate e asciugate i mirtilli e i corbezzoli, metteteli in padella con la faraona, e fate cuocere ancora per 15 minuti, finchè saranno teneri e spappolati, sempre rigirando la faraona spesso, e aggiungendo ancora dell'acqua calda se il tutto dovesse asciugarsi troppo.
quando la carne della faraona sarà tenera e la salsa molto ridotta, impiattate in piatto caldo, nappando la carne coll'intingolo, e decorando con foglie e bacche di mirto e corbezzoli freschi.

un piatto decisamente importante, un tantino laborioso da preparare, ma dal gusto estremamente ricco, particolare e piacevole, da portare in tavola con orgoglio durante le prossime festività di natale

da accompagnare con un vino "di peso", un ottimo Cannonau di sardegna doc le bombarde, della cantina Santa Maria la palma




mercoledì 2 dicembre 2009

11

pane ciabatta con lievito naturale (criscito o madre)


gr 200 pasta madre (o criscito che dir si voglia)
gr 1000 farina 0
gr 30 sale marino iodato
gr 650 acqua leggermente intiepidita

in una ciotola capiente miscelare la farina col sale, aggiungere l'acqua e impastare fino a far assorbire tutta l'acqua.
inglobare all'impasto anche il panetto di lievito madre.
coprire con un canovaccio umido e mettere a lievitare in un luogo tiepido e al riparo dalle correnti ( dentro il forno spento andrà benissimo.

quando il volume dell'impasto sarà raddoppiato, riversarlo su un piano infarinato e sgonfiarlo appiattendolo delicatamente.
dividere l'impasto in quattro parti. dare ad ognuna le pieghe, ma a due a due: prima da destra verso sinistra e viceversa, poi dal basso vero l'alto e viceversa.
alla fine dobbiamo ritrovarci con una specie di rotolo ciccione.
dopo aver ricoperto una teglia con cartaforno, con le mani infarinate, e con molta delicatezza, solleviamo il salsicciotto tirandolo per le punte e facendolo oscillare un pochino per allungarlo, senza strappare l'impasto.
facciamo questa operazione in più riprese, fino ad ottenere una striscia di pasta lunga e piatta, che infarineremo per bene, prima di disporla in teglia.
ripetiamo l'operazione con gli altri 3 pezzi di pasta.
copriamo con pellicola e rimettiamo nel forno spento a lievitare.
quando il volume delle ciabatte sarà raddoppiato, scaldiamo il forno.

procedura per la cottura col forno a legna
preparare il forno: io accendo il pizza party, il mio forno a legna, fuoco centrale, e lo lascio scaldare per 40 minuti: voglio il fondo bene caldo. una volta che il fondo è in temperatura ( i refrattari alla base dello sportello sono un po' più che tiepidi ma non troppo caldi ) sposto di lato le braci, piazzo lo spartifiamma e pulisco il piano di cottura, poi lascio aperto lo sportello fino a che il termostato segna 250°, per evitare che la crosta superiore del pane si bruci.
a quel punto regolo la chiusura del comignolo a spiraglio, inforno la teglia e chiudo lo sportello.
dopo dieci minuti, quando il pane sarà abbastanza duro da poter essere maneggiato senza rovinarne la forma, lo levo dalla teglia e lo poso sui refrattari.
richiudo il forno e lascio cuocere per altri venti minuti circa.

procedura col forno elettrico o a gas
scaldiamo il forno a 250°. inforniamo il pane per una mezz'ora, fino a perfetta doratura.


in entrambi i casi, prima di sfornarlo, controllate che il pane suoni come un ciocco di legno battendo con le nocche sul fondo. questo è il segno che la cottura è perfetta.
fare raffreddare su una gratella.

martedì 1 dicembre 2009

4

sorsi di sardegna

questo post vuole essere una vetrina del buon bere made-in-sardinia.
foto e presentazioni sono prese direttamente dai siti delle cantine di produzione.

naturalmente sarà un post work-in-progress.

prosit!






Tanca Farrà
Si dicono Tanca Farrà, all’interno delle Tenute Sella & Mosca,
quelle terre più ricche di minerali, capaci di imprimere alle uve un carattere irripetibile.
Nella ristretta landa, dai vigneti Cabernet e Cannonau, nasce questo vino rosso che armonizza una struttura forte derivata da una accurata vendemmia ed un inconfondibile bouquet varietale dominato da presenze di pregiato legno.
Il forte carattere del suolo, ricco di sabbia e argilla ferrosa, contribuisce a rinforzare la fierezza del Cannonau e l’inconfondibile timbro di fieno maturo del Cabernet Sauvignon. una prolungata macerazione a freddo per la durata di tre giorni precede la fermentazione alcolica a 24° e la malolattica che avviene in immediata successione. All’affinamento in barriques e botti di rovere di media capacità segue una sosta in bottiglia di 6 mesi.
Imbottigliato all’origine da Sella & Mosca Spa (Alghero)
Bottiglia da 750 ml
Gradazione 13% vol






Aliante – Vino Frizzante
Isola dei Nuraghi – Indicazione Geografica Tipica.
Questo vino frizzante nasce da un’attenta e lunga fermentazione a bassa temperatura di uve tipiche della Sardegna. La leggera gradazione e la fresca esuberanza suggeriscono di servirlo alla temperatura di 6-8°C. Versatile, è apprezzato aperitivo e raccomandato con gli antipasti magri, le minestre delicate, il pesce e le carni bianche fredde.
Imbottigliato da Sella & Mosca Spa (Alghero)
Bottiglia da 750 ml
Gradazione 11,5% vol




Capocaccia
Isola dei Nuraghi – Indicazione Geografica Tipica.
Capocaccia, vino rosso di colore rubino e di sapore asciutto, va servito a 16-18°C.
E’ molto versatile negli accompagnamenti: paste asciutte, e risotti con salse a base di carne, minestre e minestroni, lessi di carne e pollame, carne in umido e stufati.
Imbottigliato da Sella & Mosca Spa (Alghero)
Bottiglia da 750 ml
Gradazione 12% vol







Anghelu Ruju Riserva – Vino Liquoroso DOC
Una raccolta tardiva delle uve, un prolungato appassimento all’aria, l’invecchiamento in secolari fusti di rovere, rendono compiuto questo vino da meditazione.
E’ un vino liquoroso dal sapore pieno, generoso e caldo. Al centro della tenuta Sella & Mosca, dove l’estate si attarda fino ad Ottobre inoltrato, il sole inonda una pianura dalle caratteristiche geologiche del tutto particolari: lì maturano le uve che daranno vita a questo particolare vino liquoroso, dal colore tendente al granato, dal tipico bouquet fortemente aromatico e il pronunciato profumo con note di cannella e di mallo di noce.
Viene prodotto sempre in quantità limitate, solo da Sella & Mosca.
Imbottigliato all’origine da Sella & Mosca Spa (Alghero)
Bottiglia da 750 ml
Gradazione 18% vol


angialis - cantine argiolas di serdiana

Argiolas Angialis sweet white wine 2005



CLASSIFICAZIONE
Vino da tavola bianco a indicazione geografica tipica
ALCOLICITÀ 14,5% Vol.

PROVENIENZA
Siurgus Donigala. Altitudine: circa 230 metri sul livello del mare. COMPOSIZIONE DEL SUOLO Natura argilloso-silicea, con tendenza allo sciolto e alternanza di litosuoli e arenarie.
UVAGGIO
Nasco, con modeste frazioni di Malvasia di Cagliari, portate a surmaturazione. CLIMA Tipicamente mediterraneo. Con inverni miti, precipitazioni limitate ed estati molto calde e ventilate.
VENDEMMIA
Effettuata manualmente in diverse epoche a completa maturazione delle uve. VINIFICAZIONE L´uva molto ricca di succo zuccherino e di aromi primari, viene pressata delicatamente e la fermentazione è lenta e difficoltosa, per l´ elevata densità del mosto. Il regime termico fermentativo viene regolato e contenuto sui 22-25° C. Data la difficoltà fermentativa per l´abbondante ricchezza zuccherina ed estrattiva, il processo fermentativo ad un certo grado alcoolico svolto si arresta e il vino, con ancora una certa quantità di zucchero residuo, viene decantato e passato ad evolversi in barriques per qualche mese e poi ritorna in tino in attesa di essere imbottigliato.
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Colore: giallo paglierino intenso, molto caratteristico dei vini dolci da uve surmaturate in vigna e ai raggi del sole.
Profumo: ricco di aromi primari assai intensi e marcatamente mediterranei. Caratteri terpenici tipici del Nasco.
Sapore: rotondo, amabile o quasi dolce, grasso e con carattere di sapidità che richiama l´aroma primario assai spiccato e intensamente terpenico. Si conserva per decine di anni in bottiglia, ancora migliora solo col tempo.











Nepente di Oliena
CANNONAU Dl SARDEGNA D.O.C.
14,5 % vol. - 750 ml. e

Vino rosso secco di grande struttura e corposità ottenuto da uve Cannonau selezionate nei vigneti del comune di Oliena su terreni non irrigui, particolarmente soleggiati e a giacitura collinare. Presenta un colore rosso rubino quasi granato con lievi riflessi aranciati, un profumo vinoso con aroma ampio e persistente, tipico del vitigno. Un sapore caldo, giustamente tannico, di buon corpo. Si accosta perfettamente con carni alla griglia anche un po grasse e con pecorini stagionati. Conservare posizionando la bottiglia in orizzontale, può maturare ancora per 2 o 3 anni dopo l'imbottigliamento. Servire a 18°C. stappando la bottiglia almeno un'ora prima della mescita.





COLLE MORESCO

Monica di Sardegna DOC

CLASSIFICAZIONE

Vino rosso secco

UVE
Monica 100%.

CARATTERISTICHE
Colore: rosso rubino tenue.
Olfatto: vinoso, sentori di more.
Gusto: secco, morbido, corposo.
Grado alcolico: 12%vol.
Temperatura di servizio: 16-18° C.

ABBINAMENTO
Primi piatti sostanziosi, arrosti, cacciagione,
formaggio pecorino sardo dop maturo.








SEMIDANO SPUMANTE
Sardegna Semidano di Mogoro DOC



CLASSIFICAZIONE
Vino Spumante Secco.

UVE
Semidano.

CARATTERISTICHE
Colore: giallo paglierino tenue, riflessi dorati.
Olfatto: intenso, delicatamente fruttato.
Gusto: secco, fresco di acidità, armonico,
finale morbido.
Perlage: medio di buona persistenza.
Grado alcolico: 12,50% vol.
Temperatura di servizio: 5° C.

ABBINAMENTO
Primi piatti a base di riso, crostacei, piatti di mare.


15

frollini rustici




per la frolla

300 gr farina 00
150 gr burro
120 zucchero
1 uovo
1 cucchiaino lievito per dolci in polvere
1 pizzico sale
scorza di limone grattugiata
1 bustina vanillina
1 cucchiaio marsala secco

per guarnire

confettura di fragole


levate dal frigorifero il burro mezz'ora prima di mettervi all'opera, in alternativa tagliatelo a dadini piccoli prima di utilizzarlo.
con la planetaria procedete inserendo tutti gli ingredienti nella ciotola e frullando con la frusta kappa ( o foglia, vedete come la chiama il produttore della vostra macchina) a velocità media, finchè avrete la famosa palla di frolla.
a mano: mettete tutto in una ciotola e con santa pazienza, e il più velocemente possibile per non scaldare l'impasto, impastate sommariamente fino ad avere un composto rustico ma compatto.
a questo punto potete far riposare l'impasto qualche minuto in frigo o, come ho fatto io, procedere immediatamente.


procedura per microonde con funzione crisp
coprire il piatto crisp del microonde con la cartaforno.
con l'impasto fare tante palline della grandezza di una piccola noce.
appiattirle leggermente tra i palmi delle mani, posarle sulla carta forno e con la punta dell'indice praticare una fossetta al centro di ogni frollino.
mettere in ogni fossetta un pochino, mezzo cucchiaino da caffè circa, di confettura di fragole ( o altra che preferite).
quando avrete pronta la prima infornata, mettete il piatto nel forno, programmate la funzione crisp per 6/7 minuti, controllando la doratura dei frollini, che devono rimanere chiari.
sfornate e fate raffreddare su una gratella.


importante: le infornate successive alla prima necessiteranno di un minuto in meno di cottura, essendo piatto e forno già caldi.

se utilizzate il forno tradizionale impostate la temperatura a 175°, infornate a forno già caldo per una decina di minuti circa, controllando sempre la doratura dei biscotti.


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