mercoledì 30 settembre 2009
tortino salato con tonno e zucchine
martedì 29 settembre 2009
pane nostrum: il mio primo pane con il "criscito" ( ovviamente nel forno a legna!)
su forum e blog imperversano i lieviti naturali, pasta madre, lievito liquido.
ribalto una pagnotta per volta sulla pala e inforno per 55 minuti ( dopo la prima mezz'ora inverto le posizioni delle pagnotte, ruotandole pure, per farle cuocere in modo uniforme ).
lunedì 28 settembre 2009
salsiccia e crauti: ricetta sardo-bavarese di wella
a mia gentile richiesta wella, una leggiadra pulzella di sardegna andata in sposa ad un prode cavaliere teutonico, mi ha postato la sua versione sardo-bavarese dei famosi crauti con salsiccia.
- Mezzo cavolo cappuccio bianco. Qui li trovo abbastanza grandi. La meta' pesa circa 700g. In Sardegna sono in genere piu' piccoli forse puoi trovarne uno sui 700, 800 g.
- 1 cipolla grande o due piccole.
- 1/2 litro di brodo.
- 2 mele
- bacche di ginepro una manciata, facciamo 6. Meglio intere perche' ho il dubbio che aprendole diventino amare.
- 2 foglie di alloro piccole o una grande. L'alloro sardo ha foglie enormi rispetto a quello che si trova qui.
- Kümmelsamen. Sarebbero semi di cumino. Pero' ce ne sono di diversi, non so come indicarti quelli giusti, perche' somigliano molto al nostro finocchietto selvatico piuttosto che al cumino turco o indiano che si trova in genere nei negozi e che ha tutto un altro sapore.
- Olio d'oliva. (La ricetta originale prevede lardo e pancetta grassa che io non uso.)
- 2 cucchiaini di zucchero
- La ricetta originale prevede 2 cucchiai di aceto che io sostituisco con mezzo bicchiere di vernaccia di Oristano.
- sale e pepe.
Allora, io non metto la pancetta perche' preferisco le salsiccie. E proprio da loro inizio. Ci sta benissimo la salsiccia campidanese. Io infatti cerco quella che qui riesco a trovare che piu' le assomiglia. Mi piace la sua grana grossa. Ne compro abbastanza per 5 persone. Le faccio rosolare con olio d'oliva e le metto da parte, poi alla fine le uniro' ai crauti. Qui non trovo la salsiccia lunga ma tante piccoline. Vabbe' e' lo stesso.Ma, se hai la salsiccia col finocchietto incorporato, non mettere il cumino.
In una pentola alta, prepara il soffritto di cipolla e olio d'oliva. Aggiungi il cavolo tagliato a listarelle, mescola un po' alle cipolle e fai soffriggere il tutto. Aggiungi lo zucchero e le mele tagliate a dadini, fai rosolare ancora un po', aggiungi la vernaccia, fai evaporare e poi aggiungi il brodo a poco a poco. Non lasciar asciugare mai il fondo della pentola, e' un po' come un risotto se dovesse succedere aggiungi acqua. Aggiungi gli aromi, l'alloro, il ginepro, il cumino. Fai cuocere per circa 30 minuti. Dovrebbe risultare un po' al dente. Piu' lo fai cuocere piu' perde il colore. Ripensandoci forse l'aceto era previsto anche per mantenere il colore. Aggiusta di sale e pepe. Quasi pronto!!! Adesso aggiungi le salsicce fai cuocere ancora 5 minuti. Pronto!!!
La ricetta e' la stessa con i Sauerkraut quelli acidi, solo non si mette l'aceto ma un 250 ml di vino bianco, io userei ancora la vernaccia,e si unisce l'aglio. Cottura 45 min. circa fino a un ora."
le uniche variazioni da me apportate alla ricetta di wella sono state l'uso dell'aceto anzichè la vernaccia, che non avevo, e l'inserimento della salsiccia, quella sarda col finocchietto ( per cui niente cumino) in pentola a metà cottura dei crauti, perchè la preferisco ben cotta.
grazie della ricetta, wella!
venerdì 25 settembre 2009
giovedì 24 settembre 2009
credevo fosse l'ultima battuta di beppe grillo...
http://silvioperilnobel.sitonline.it/
... senza parole...
:-/
anzi, no: e pacciani santo subito!
che un contentino qui in Italia non lo si nega a nessuno
mercoledì 23 settembre 2009
riso con zucchine croccanti e scamorza
300 gr riso thaibonnet parboiled
1 spicchio d'aglio tritato finemente
1 zucchina media a cubetti
50 gr scamorza grattugiata grossa
1 pomodoro maturo, ma sodo, a cubetti
olio extravergine d'oliva
sale
basilico
lessare ben al dente il riso nell'acqua salata e scolarlo dopo averlo risciacquato accuratamente.
saltare in padella le verdure con un giro d'olio e il basilico, salarle, e portarle a cottura con qualche cucchiaio d'acqua, avendo cura che risultino ben sode .
a quel punto aggiungere il riso, farlo saltare con ancora qualche cucchiaio d'acqua calda, giusto il tempo che prenda sapore pur restando ben sgranato.
levare dal fuoco, lucidare con un altro giro d'olio, cospargere col formaggio, mescolare fino a farlo filare e servire immediatamente.
trucchetto: potete tenere il riso lessato e freddo in frigo o in freezer, pronto da saltare con le verdure all'ultimo momento ;-)
martedì 22 settembre 2009
pane alle noci, con uvetta e scorze d'arancia candite
eccovi perciò un altro pane semplice, rustico e saporitissimo, che la cottura nel forno a legna rende ancora più buono e profumato.
sabato 19 settembre 2009
fregula: i grattini all'uovo (ovvero, come sfruttare il calore del forno dopo aver sfornato il pane)
ieri ho cotto nel forno a legna prima l'arrosto di carne e poi il pane.
sfornato il pane, il forno era ancora caldissimo.
non avevo voglia di mettermi a impastare al volo un dolce, non avevo preparato alcuna focaccia ma quel forno caldo urlava"sprecona" alla mia anima ecologista ( o al braccino corto? mah...)
;-)
dopo aver tentato inutilmente di resistere al senso di colpa, mi si è accesa una lampadina.
ho rispolverato la ricetta dei grattini all'uovo preparati col robot, della mitica marble su cookaround. grattini che in terra di sardegna si chiamano fregula.
ricetta mega-mandrona e quindi pensata, si può dire, per me :-)
detto fatto, in meno di una manciata di minuti ecco pronta la pastina all'uovo per le minestrine della mia famiglia, da infornare per farla asciugare bene ( in sardo si dice turrai, tostare) e poterla conservare.
dosi: per ogni 100 gr di farina o semola : un uovo, un pizzico di sale.
mettere nella tazza del robot tutta la farina ( o semola) e il sale.
azionare il robot e mettere le uova sbattute leggermente con la forchetta. azionare finchè non si vedranno formare i grattini, in pochissino tempo. se la massa si dovesse aggregare eccessivamente aggiungere una spolverata di farina e tritare ancora un po'.
distribuire ora i grattini su un canovaccio e sgranarli ancora con le dita.
a quel punto si possono lasciare qualche ora ad asciugare sul canovaccio e si consumeranno in giornata, cotti qualche minuto nel brodo.
se invece si vogliono conservare è sufficiente disporli in una teglia ampia in strato sottile, infornarli a forno tiepido (spento, ma ancora caldo dopo aver cotto qualcos'altro ) finchè saranno asciugati molto bene. per una perfetta asciugatura, tirateli fuori dal forno ogni tanto, sgranateli con le dita e rigirateli.
fateli raffreddare ed eccoli pronti per finire in credenza, dentro un bel barattolo di vetro ben chiuso, dove dureranno mesi.
beh... dipende da quanto vi piacciono ;-)
la mia coscienza ( ma anche la mia dispensa) è ora molto più a posto ;-))))
p.s. naturalmente, come la mia nonnina centenaria mi ha insegnato, sono perfettamente in grado di produrre anche manualmente la fregula nella scivedda, il largo recipiente in terracotta dai bordi bassi, in cui si lavora la semola girandola e rigirandola ad libitum... roba che ti ritrovi coi bicipiti di rocky :-O
il canto della natura
http://milano.repubblica.it/infografica/1724436
la musica delle piante.
io l'ho trovato emozionante!
Quanto fa male il marketing della salute
riporto dal sito di tiscali.it
Quanto fa male il marketing della salute
di Gianfranco Domenighetti (www.lavoce.info)
Check-up, screening e test diagnostici di massa su persone asintomatiche finiscono spesso col sovrastimare l'incidenza di morbilità inconsistenti. Mentre alcune condizioni sono elevate a dignità di malattia per poter far ricadere i costi dei trattamenti sui sistemi sanitari. Il successo di queste strategie è favorito dalla complessità, incertezza e asimmetria informativa generalizzata che caratterizzano il mercato della sanità. Ma non si può più ignorare la necessità di ri-orientare i comportamenti e le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci.
I sistemi sanitari moderni soffrono di due grandi mali: il sotto-trattamento di alcune categorie di individui (le persone culturalmente e socialmente più deboli o sprovviste, come negli Usa, di coperture assicurative) e il sovra-trattamento di altre categorie (esposte al consumo di prestazioni di dubbia efficacia o destinate a essere trattate ancorché sane). La sostenibilità dei sistemi sanitari dipende dalla capacità di ri-orientare le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci.
Il dottor Knock e il trionfo della medicina - La tematica della medicalizzazione della vita e della società non è nuova ed è stata anticipata all'inizio del secolo scorso allorquando la genialità di Jules Romains fa dire al famoso dottor Knock che “i sani non sono altro che degli ammalati che non sanno di esserlo”. Più recentemente, un articolo apparso sull'autorevole British Medical Journal del 13 aprile 2002 ricordava, parafrasando il dottor Knock, “che si possono fare molti soldi se si riesce a convincere i sani che in realtà sono degli ammalati”. Ippocrate sta per essere a poco a poco soppiantato dal dottor Knock. Ed ecco come ciò sta avvenendo.L'estensione del dominio della medicina avviene su tre livelli. Il primo è quantitativo e riguarda l'aumento del numero di persone identificabili come “malate” . Ciò si verifica per effetto dell'abbassamento delle soglie oltre le quali viene considerata “patologica” una determinata condizione in relazione a specifici “fattori di rischio”: in particolare ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, eccetera. Ne consegue che milioni di persone passano dalla condizione di “soggettivamente sane” a quella di “oggettivamente malate”, diventando così suscettibili di un qualche trattamento sanitario, a causa della semplice modifica del concetto di “valore normale” di un dato parametro biologico. È importante sottolineare che la medicalizzazione dei fattori di rischio in prevenzione primaria sta significativamente modificando l'approccio terapeutico del medico, sempre più orientato al trattamento di “probabilità anonime”: quando si trattano persone in buona salute il risultato dell'intervento a livello individuale non è misurabile che sulla base di “endpoints” (per esempio, la riduzione del tasso di colesterolo) il più delle volte fallaci perché non permettono di identificare coloro (pochi) che ne hanno realmente tratto beneficio in termini di eventi acuti o di mortalità evitati.
Una società ammalata di un'epidemia di diagnosi - Un secondo livello è temporale e riguarda l'anticipazione di una diagnosi in soggetti asintomatici, tramite la promozione di check-up, test di diagnosi precoce e screening di efficacia dubbia, controversa o non solidamente dimostrata. Non a caso il New York Times del 2 gennaio 2007 ha affermato che oggi “ quello che ci fa ammalare è un'epidemia di diagnosi”. (1)Sorprende infatti la diffusa fiducia nei test di diagnosi precoce. Negli Usa, il 50 per cento delle donne prive di collo dell'utero, a seguito di isterectomia totale, continuano a sottoporsi al test per la diagnosi precoce del tumore al collo dell'utero; in molti paesi europei la situazione non è diversa. (2) Altri studi mostrano come il 60 per cento della popolazione sia perfino disposta a sottoporsi al test per la ricerca precoce del tumore al pancreas, purtroppo praticamente incurabile. Come pure che l'80 per cento delle donne italiane credono che il sottoporsi regolarmente alla mammografia eviti o riduca il rischio di ammalarsi di cancro al seno e non consenta semplicemente una diagnosi precoce e quindi un trattamento meno invasivo. (3)Il marketing industriale e mediatico ha indotto nel pubblico l'equazione “diagnosi precoce uguale guarigione assicurata”. In realtà check-up, screening e test diagnostici di massa su persone asintomatiche finiscono spesso col sovrastimare l'incidenza di morbilità “inconsistenti”, che non evolveranno mai nel corso della vita in vere e proprie patologie, o coll'anticipare la diagnosi di una malattia non modificabile in termini di sopravvivenza, compromettendo peraltro la serenità negli anni di vita residua.
La classificazione internazionale delle non malattie - Il terzo livello è qualitativo e riguarda l'attribuzione di stato di “malattia” a condizioni che fanno parte dei normali processi biologici. Non a caso il British Medical Journal ha pubblicato una “Classificazione internazionale delle non-malattie” che contiene oltre 200 condizioni considerate, a torto, malattie. Fra queste la menopausa, la fobia e l'apatia sociale, la ribellione adolescenziale, il colon spastico, la sindrome di fatica cronica, la cellulite, e cosìvia. Quando una data condizione è elevata a dignità di “malattia”, i costi dei trattamenti possono essere posti a carico dei sistemi sanitari, il che facilita l'espansione dei mercati delle tecnologie sanitarie. Le strategie si fondano da un lato su politiche di marketing e di comunicazione di regola aggressive e “non trasparenti” verso i prescrittori, i finanziatori, i regolatori nonché i pazienti-consumatori. E dall'altro su incentivi economici e professionali molto spesso perversi, in grado di generare conflitti di interessi e corruzione. Favoriscono il successo di queste strategie la complessità, l'incertezza e l'asimmetria informativa generalizzata che caratterizzano il “mercato” della sanità, il marketing mediatico dei rischi sanitari e il crescente mito dell'efficienza fisica, del benessere a tutti i costi, del rifiuto dell'invecchiamento biologico. Nell'industria farmaceutica, ad esempio, gli investimenti in marketing sono due volte più elevati di quelli destinati alla ricerca; solo il 2,4 per cento dei farmaci immessi sul mercato dal 1981 al 2008 rappresentano un vero importante progresso terapeutico, mentre l'80 per cento non sono che copie dell'esistente, ad eccezione del prezzo che di regola è triplicato.La costruzione sociale delle malattie sta per essere sostituita da quella industriale, il che avrà un impatto ancora maggiore sull'insicurezza individuale e sociale, sulla crescita della domanda e dei costi e, quindi, sulla sostenibilità dei sistemi sanitari “universali” come oggi li conosciamo. I responsabili di tali sistemi non possono ignorare la necessità di ri-orientare i comportamenti e le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci, riducendo così anche parte di quelle diseguaglianze che gravano sui consumatori meno informati e più deboli.
(1) http://www.nytimes.com/2007/01/02/health/02essa.html(2) Sirovich BE., Cervical cancer screening among women without a cervix, JAMA 2004; 291: 2990-2993.(3) Domenighetti G. et al., Women's perception of the benefits of mammography screening: population-based survey in four countries, Int J of Epid 2003; 32: 816-821.
18 settembre 2009
c'è poco da aggiungere alle sacrosante considerazioni di questo articolo, se non che ognuno ha il dovere di aumentare la propria consapevolezza.
meditate, gente, meditate!
mercoledì 16 settembre 2009
girelle di polpettone con melanzane e scamorza
in questa versione ho svecchiato il buon vecchio polpettone con una farcitura di melanzane.le ho cotte intere e con la buccia al microonde per una dozzina di minuti, sfilettate, disposte in pirofila a strati e condite con sale, aglio in polvere, origano secco e olio, quindi rimesse in forno per qualche minuto ancora ad insaporire per bene.
fate raffreddare e affettate sottilmente ( il coltello elettrico è un alleato prezioso e poco costoso ;)
domenica 13 settembre 2009
bicchierini di crema alla vaniglia, con gelatina al limone e frutti di bosco
la crema alla vaniglia della quasi panna cotta in casa mia ha raccolto il plauso generale, per cui ho deciso di riproporla in una nuova veste, che appagasse ancora di più l'occhio e il palato.
dopo aver suddiviso nei bicchieri la crema alla vaniglia, ho preparato una gelatina aromatizzata al limone ponendo in un tegamino 1 cucchiaio di maizena ben mescolata con 2 cucchiai di zucchero semolato, la scorza grattugiata di mezzo limone biologico.
ho aggiunto lentamente 100 gr di acqua e il succo filtrato del limone , mescolando con cura per far sciogliere amido e zucchero senza formare dei grumi.
ho messo sul fuoco, dolce, fino a quasi raddensare il composto e ne ho messo un cucchiaio in ogni bicchierino, esattamente in centro alla crema.
in microonde ho scaldato per 15 secondi un cucchiaio di marmellata ai frutti di bosco( diventa subito bollente), ci ho messo dentro due cucchiai di frutti di bosco surgelati, ho girato col cucchiaio il tutto finchè i frutti sono risultati belli lucidi, e ne ho distribuito mezza cucchiaiata in ogni coppetta.
ho tenuto il dolce in frigo per qualche ora, e l'ho servito decorato con foglie e fiori di menta.
delicato e delizioso!
giovedì 10 settembre 2009
a Peppino, che se n'è andato
ci ha lasciati ai nostri ricordi, al dolore per la sua perdita.
niente arrivederci, stavolta.
ma io non ti dico addìo, Peppino, ti dico solo "alla prossima vita".
ti sia lieve la terra, amico mio!
martedì 8 settembre 2009
pane senza impasto cotto nel forno a legna pizza party
che profumo inimitabile, quello del pane appena sfornato... e che soddisfazione lo scrocchiare della crosta, cotta alla perfezione, sotto i denti!
ieri sera ho messo nella ciotola mezzo kilo di farina 00, il sale, 15 grammi, ho sciolto 2 grammi di lievito di birra, un pizzichino, in 350 grammi di acqua fresca dal rubinetto, e l'ho mescolata un po' alla farina con una forchetta.
ho messo un coperchio sulla ciotola col miscuglio informe, e l'ho lasciato riposare tutta la notte.
stamattinata, ho infarinato un vassoio, ci ho versato l'ammasso di pasta lievitata, ho fatto le pieghe, ho preparato una teglia da forno tonda, che serve solo a tenere in forma il pane, coperta da uno strofinaccio ben insemolato e ci ho messo dentro l'impasto-non impasto. l'ho spolverato con altra semola e ho chiuso lo strofinaccio sul pane, lasciandolo a riposare nuovamente.
intanto ho acceso il fuoco al centro del pavimento del mio forno a legna pizza party, l'ho fatto scaldare per ben 50 minuti, intanto che l'impasto rilievitava.
quando la temperatura mi è parsa perfetta (il termostato segnava 250°, ma mi fido più della mia mano, toccando il fondo (sotto) del forno era più che tiepido.) ho spostato le braci senza fiamma a destra del forno, ho posizionato lo spartifiamma e, dopo aver accuratamente spazzato la cenere, ho ribaltato il pane dallo strofinaccio sulla pala, soffiato via un po' di semola, e l'ho infornato.
chiusi sportello e comignolo, ho lasciato cuocere il pane per 50 minuti.
eccolo, raffreddato e tagliato: la crosta dello spessore giusto, croccantissima, la mollica cotta perfettamente...
sbranato...
in questo video potete vedere la versione a lievitazione veloce
http://www.youtube.com/watch?v=cfMjHBObUJQ
sabato 5 settembre 2009
micro-orto... e fu subito amore!
io lo trovo stupendo, oltre che una genialata .
certo, avrei preferito trovarlo a marzo, ora che ci pianto, i mandarini?
:-(
vabbè, me lo segno per il prossimo anno...
venerdì 4 settembre 2009
l'arrosto morto (e resuscitato)
nel senso che l'ho proprio ucciso...
come di consueto ho rosolato nella pentola a pressione l'arista di maiale, con qualche cucchiaio di olio, ci ho aggiunto uno spicchio d'aglio pelato e diviso a metà, un chiodo di garofano e una bacca di ginepro.
l'ho sfumato con mezzo bicchiere di buio, pregiatissimo carignano del sulcis, ho salato, chiuso la pentola e dal fischio ho fatto cuocere 25 minuti a fiamma bassissima.
in genere a questo punto mi basta levare l'arrosto dalla pentola, affettarlo e servirlo irrorato col suo fondo di cottura filtrato e ridotto qualche minuto a fuoco lento.
invece stavolta, all'apertura della pentola, l'arrosto si presentava con una abbronzatura( l'ottimismo...) piuttosto marcata, e pochissimo intingolo ;-(
l'ho affettato e all'interno cottura e consistenza però erano perfetti. meno male!
non mi restava che inventarmi una salsina d'accompagnamento.
in padella ho messo 200 gr di panna da cucina, un cucchiaino di curry, mezzo di curcuma, una spolverata di pepe e una di semi di coriandolo tritati. ho fatto andare a fuoco dolce qualche minuto, poi vi ho adagiato le fette di carne, e irrorato con quel pochissimo fondo di cottura filtrato. qualche minuto ancora sul fuoco, ho aggiustato di sale e pepe e impiattato.
salvataggio riuscito: ottimo!
giovedì 3 settembre 2009
crostata di mele, con savoiardi, confettura di pere e noci
frolla
1 uovo
gr 100 zucchero
gr 150 burro
1 vanillina
scorza tritata di limone
1 cucchiaino lievito per dolci vanigliato
ripieno
5 biscotti savoiardi sbriciolati
gr 400 confettura di pere fatta in casa
3 mele royal gala a fettine sottili
2 cucchiai zucchero di canna
4 gherigli di noci spezzettati.
preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti.
dopo aver steso la pasta in una teglia foderata di carta forno ( 24 cm di diametro la mia), distribuire sopra i savoiardi sbriciolati grossolanamente, ricoprirli con la confettura di pere, e sistemarvi sopra le fettine di mele.
spolverare con lo zucchero di canna e i gherigli a pezzetti prima di infornare a 180° per 30/35 minuti.
mercoledì 2 settembre 2009
la quasi panna cotta...
martedì 1 settembre 2009
aroma per dolci: scorze di agrumi fresche tritate, pronte tutto l'anno
dopo l'aroma naturale all'arancia fatto in casa con le scorze secche, ecco come preparare le scorze fresche tritate di agrumi sotto zucchero, in modo da averle sempre a disposizione per le preparazioni dolci di tutto l'anno.
dopo aver lavato e asciugato accuratamente gli agrumi biologici, pazientemente grattugiarne la scorza. ora prendere un piccolo barattolo in vetro con chiusura a capsula e disporre sul fondo un primo strato di zucchero semolato, quindi uno strato di scorza tritata ( all'incirca mezzo cm) e pressare bene.
quindi proseguire alternando lo zucchero alla scorza, fino al riempimento di tutto il barattolo.
terminare con un ultimo strato un po' più spesso di zucchero, chiudere accuratamente, e conservare in frigorifero.
dopo qualche giorno gli olii essenziali contenuti nelle scorze impregneranno lo zucchero, che assumerà il colore delle scorze, oltrechè il profumo e il sapore, e potrà essere usato esattamente come la scorza appena grattugiata.
anche questa preparazione durerà da un inverno a quello successivo, essendo lo zucchero un conservante naturale.
e non vi ritroverete più a cercare disperatamente un limone per aromatizzare una crema o una torta all'ultimo minuto.
nuova campagna "adotta un geco"
adotta un geco, un animaletto poco invadente, autonomo, servizievole ed ecologico.
investimento iniziale: zero! apri le finestre e il piccolo amico si installerà gratis a casa tua.
non gli dovrai comprare croccantini o scatolette di pappa, anzi, grazie a lui ti libererai da blatte, zanzare, e animaletti affini, senza più dover spendere per insetticidi e disinfestazioni, e non dovrai respirare a tua volta pericolosi inquinanti.
il nostro amichetto è molto educato e non crea problemi col condominio. non abbaia se sente dei passi sul pianerottolo, non ulula innamorato pazzo alla luna.
non ti rosicchia le scarpe e non si affila le unghie sui divani, non fa pipì su tappeti e tende.
non gli devi pulire la lettiera nè portarlo al parco a fare i bisognini, niente paletta e bustina appresso per raccogliere i suddetti.
e inoltre il nostro cucciolino non rompe in cerca di attenzioni e coccole quando siamo al telefono, o mentre prendiamo un caffè con gli amici; semplicemente si eclissa con discrezione, rispettando la nostra privacy.
può essere anche un ottimo deterrente contro le visite della vicina/parente/rompiglioni di turno...
fai una scelta alternativa: adotta anche tu un geco, sarete più felici entrambi.
;-)